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Era il 2003 o forse il 2004, non mi ricordo di preciso, quando vidi per la prima volta il film La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, un’emozionante saga familiare che racconta trentasette anni di vita italiana, dall’estate del 1966 alla primavera del 2003, attraverso le vicende di una famiglia romana: i Carati, concentrandosi particolarmente sulle figure dei fratelli Matteo e Nicola.
Nell’estate dei primi esami all’università, dei primi amori e delle prime delusioni, Nicola, Matteo e alcuni amici, decidono di partire per Capo Nord.
Ai tempi rimasi molto colpita dal film, da quel viaggio e da quella meglio gioventù: quella generazione che con gli ideali e con lo spirito di libertà ha cambiato l’Italia.
Dieci anni dopo (o quasi) aver visto per la prima volta il film La meglio gioventù, mi sono trovata a fare lo stesso viaggio di Nicola, per raggiungere quello che viene considerato il punto più settentrionale dell’Europa e mi torna in mente la frase che Nicola scrisse su una cartolina da Capo Nord: “Tutto quello che esiste è bello!!!“.
E credo di capirla meglio ora quella frase. E anche i tre punti esclamativi. Perché la bellezza naturale norvegese supera ogni immaginazione, a cominciare dalla meraviglia dei fiordi, che con le loro incredibili pareti a strapiombo si ergono maestosi su un mare dalle molteplici tonalità di blu.
Perché la Norvegia, con la sua aria pura e tagliente, i suoi cinque milioni di abitanti e una densità di popolazione di 15 abitanti per chilometro quadrato, con gli imponenti ghiacciai, che sono i più vasti d’Europa, le vette affilate come rasoi delle isole Lofoten, con il territorio montuoso dell’interno che si alterna a quello roccioso delle isole e delle coste, le leggende sui Trolls e i pittoreschi villaggi di legno, è un paese silenzioso e fiabesco, dove passato presente e futuro sembrano vivere da sempre un unico istante attimo che invece al di fuori si perde in una moltitudine di palpiti.
Il mito dell’Estremo Nord attira da secoli generazioni di esploratori. E’ un mondo di orizzonti sconfinati, una distesa gelata e selvaggia senza inizio né fine che incute soggezione come solo gli immensi spazi vuoti del pianeta sanno fare. Francesco Negri, considerato il primo “turista” di Capo Nord, al ritorno dal suo viaggio nel 1664 scrisse: “Sono qui a Capo Nord, all’estremo limite del Finnmark, e posso anche ben dire all’estremo limite di tutto il mondo dal momento che non c’è altro luogo più a nord di questo che sia abitato da uomini. La mia sete di sapere è ora appagata e me ne torno tranquillamente a casa.”
Non esiste persona che possa dire con assoluta certezza di aver girato tutto il mondo, però visitando Capo Nord puoi dire di aver visto la fine, o l’inizio, di questo nostro mondo.